La medaglia, istituita nel 1995, è conferita ad uno studioso o ad una studiosa italiano/a che si sia distinto per ricerche originali e di rilevante interesse nell'ambito delle Scienze Chimico-Farmaceutiche.

Giordano Giacomello nacque a Montereale Valcellina (Pordenone) il 26 luglio 1910. Laureatosi in Chimica e Farmacia all’Università di Padova nel 1933, fu allievo di Arturo Miolati e Carlo Sandonnini. Fin dagli inizi mostrò un approccio eclettico, spaziando tra chimica organica e inorganica e approfondendo nuove metodologie per lo studio della struttura delle molecole.
Dal 1933 al 1941 ebbe la possibilità di lavorare in alcuni dei più prestigiosi centri di ricerca europei, collaborando con grandi scienziati che sarebbero stati insigniti del Premio Nobel, tra cui Leopold Ruzicka, J.D. Bernal, Dorothy Crowfoot Hodgkin e Max Perutz. Queste esperienze all’estero gli permisero di acquisire competenze avanzate in cristallografia a raggi X e nei metodi fisici di indagine, che applicò allo studio delle sostanze naturali e dei composti di interesse farmaceutico.
Tornato in Italia, lavorò all’Università di Roma, prima come assistente di Nicola Parravano e poi di Guido Bargellini, fondando un laboratorio di strutturistica chimica e avviando studi pionieristici su molecole biologicamente attive come acido p-amminobenzoico, stilbestrolo e sulfammidi. I suoi contributi gettarono le basi per lo sviluppo delle moderne teorie sulle relazioni struttura-attività e sulla chimica dei recettori.
Tra i suoi risultati più significativi si ricordano gli studi sugli acidi biliari e il chiarimento del meccanismo di associazione con l’acido desossicolico, fondamentali per comprendere i processi di trasporto e assorbimento degli acidi grassi. Altrettanto innovativo fu il procedimento da lui ideato per la sintesi della provitamina D3 a partire dall’acetilcolesterolo tramite bromosuccinimmide, metodo poi universalmente adottato per la produzione della vitamina D.
Nel 1948 ottenne la cattedra di Chimica Farmaceutica e Tossicologica all’Università di Roma, dove creò una vera e propria scuola multidisciplinare. Negli anni successivi istituì e diresse centri di ricerca del CNR dedicati alla chimica del farmaco, alla radiochimica e alla strutturistica, introducendo in Italia settori allora emergenti come la chimica nucleare e le tecniche isotopiche. Le sue ricerche spaziarono dagli antibiotici (inclusa la rifamicina) alla determinazione di nuove strutture molecolari, fino allo sviluppo di metodi per marcare selettivamente molecole con isotopi radioattivi, con applicazioni in farmacologia e biomedicina.
Autore di oltre 250 pubblicazioni scientifiche, Giacomello fu anche direttore incaricato dell’Istituto Superiore di Sanità (1961–64), membro dei comitati scientifici dell’Euratom e del Consiglio Superiore della Sanità, nonché socio corrispondente dell’Accademia dei Lincei.
Giordano Giacomello morì a Roma il 23 giugno 1968. La sua eredità scientifica è testimoniata dall’impronta lasciata in più settori della chimica e della farmacologia e dalla formazione di numerosi allievi che hanno continuato a sviluppare i suoi filoni di ricerca.