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Musei di Chimica

I musei di Chimica in Italia

Un viaggio tra scienza, storia e passione

La chimica è ovunque. Ma per comprenderla davvero — per viverla da vicino e coglierne l’impatto sulla vita quotidiana — non c’è niente di meglio di visitare un museo della chimica.

In tutta Italia ci sono musei, collezioni e mostre dedicate alla chimica e alla sua storia. Spesso ospitati all’interno di università, istituti di ricerca o laboratori storici, questi luoghi custodiscono un patrimonio scientifico e culturale unico, capace di ispirare studenti, appassionati e futuri ricercatori.

Questa sezione fornisce informazioni sui musei della chimica presenti in diverse città italiane, con l’obiettivo di sostenere lo sviluppo di una rete museale nazionale dedicata alla chimica — un’iniziativa promossa dal Gruppo Senior della Società Chimica Italiana.

Collezione di Chimica “Giacomo Ciamician”

Fondata ufficialmente nel 1983, la collezione comprende una vasta gamma di strumenti scientifici risalenti all’ultimo decennio del XIX secolo, usati sia nella ricerca che nella didattica. È visibile al pubblico tramite vetrine espositive nei corridoi principali del dipartimento.

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Museo di Chimica del Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale dell’Università di Genova

Il Museo di Chimica del Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale dell’Università di Genova si trova in Viale Benedetto XV, 3, all’interno dell’edificio che un tempo ospitava l’Istituto di Chimica Generale e oggi è sede amministrativa della Scuola di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali.

Il museo è allestito in un laboratorio del primo Novecento, perfettamente conservato, che gli conferisce un’atmosfera suggestiva e probabilmente unica nel suo genere.

La collezione comprende circa 650 strumenti e oggetti scientifici, molti dei quali sono apparecchiature chimiche impiegate in ambito sperimentale o durante le lezioni dimostrative. Una parte significativa della raccolta risale alla seconda metà dell’Ottocento, periodo in cui gli studi di chimica conobbero un forte sviluppo a Genova, anche grazie a Stanislao Cannizzaro, attivo all’università dal 1855 al 1861. A lui si deve una profonda modernizzazione del Dipartimento, che si dotò di strumenti d’avanguardia per l’epoca, come la bilancia analitica mostrata nella foto.

Nel tempo, la collezione si è arricchita con apparecchi fisico-chimici sempre più complessi.

Nel suo insieme, essa documenta l’evoluzione della chimica negli ultimi due secoli: dagli strumenti ereditati dalla tradizione alchemica (come alambicchi, mortai, imbuti, fiasche e forni a carbone), passando per dispositivi più propriamente chimici (come l’apparecchio di Kipp e le bilance analitiche), fino ad arrivare a macchinari impiegati per la lavorazione dei minerali e l’isolamento delle terre rare come il lantanio e il cerio.

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Collezione di strumenti storici di Chimica, Università degli Studi di Palermo

Il museo è articolato in ambienti attrezzati con tre banchi da lavoro chimici e numerose vetrine che ospitano strumenti e apparecchi riconducibili ai vari filoni di ricerca sviluppati a Palermo nel corso del tempo, con particolare espansione dopo la nascita dell’Istituto di Chimica Organica nel 1951 e dell’Istituto di Chimica Fisica nel 1961.

Fu proprio Stanislao Cannizzaro, nominato professore ordinario di Chimica Organica e Inorganica nel 1861, a promuovere la realizzazione di un laboratorio moderno e ben attrezzato. Il suo obiettivo era quello di creare uno spazio dedicato sia alla ricerca personale e dei suoi collaboratori, sia alla formazione pratica degli studenti, in un’ottica integrata tra didattica e scienza.

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Collezione di strumenti scientifici storici dell'Università degli studi di Pisa

La collezione di strumenti scientifici storici del Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale è situata al piano terra dell’edificio di Via Moruzzi 13, presso l’Università di Pisa.

La maggior parte degli strumenti è esposta in due grandi vetrine, mentre altri sono posizionati nei pressi dell’aula magna, sempre al piano terra. Oltre a quelli visibili nelle aree più frequentate del Dipartimento, vi sono altri oggetti—tra cui vetreria da laboratorio, reagenti, documenti storici e libri rari—sparsi in uffici, laboratori e corridoi.

Alcuni di questi pezzi risalgono agli albori della chimica moderna; altri provengono dalla fine del XIX e dall’inizio del XX secolo. Anche gli strumenti più recenti conservano un importante valore storico e scientifico.

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Museo di Chimica "Primo Levi" dell'Università degli Studi di Roma "La Sapienza"

Il Museo di Chimica "Primo Levi" si trova al piano terra del Dipartimento di Chimica (Edificio Cannizzaro) della Sapienza Università di Roma.

Fondato nel 1986, è stato aperto al pubblico nel 1992 e ha ricevuto ufficialmente il nome di "Primo Levi" durante una cerimonia tenutasi nella primavera del 2010.

Il museo si estende su circa 250 metri quadrati ed è suddiviso in due sale: una dedicata alla storia della chimica e l’altra ad attività scientifiche interattive.

La collezione comprende strumenti scientifici, materiali didattici, campioni chimici e documenti appartenuti a Stanislao Cannizzaro e al suo gruppo di ricerca, risalenti al 1872, anno in cui fondò a Roma il Regio Istituto di Chimica.

Tra i pezzi più rilevanti figurano crioscopi, ebullioscopi, termometri, strumenti per l’analisi elementare, colorimetri, spettroscopi e schemi originali di Von Schroeder dei primi impianti chimici industriali. Sono esposti anche strumenti per la misurazione della radioattività costruiti da G.A. Blanc nei primi del ’900.

Non mancano strumenti più recenti, a testimonianza dell’evoluzione della disciplina.

Le ampie vetrine visibili già dall’ingresso e dai corridoi del Dipartimento offrono una prima panoramica della collezione.

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MU-CH | Museo della Chimica, Settimo Torinese

MU-CH, il Museo della Chimica, ha sede a Settimo Torinese, negli spazi dell’ex fabbrica di vernici SIVA, dove Primo Levi lavorò come chimico tra il 1947 e il 1975.

Si tratta di un museo interattivo, con un forte approccio esperienziale, dedicato alla chimica e alle discipline STEAM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria, Arte e Matematica).

Il progetto nasce con l’obiettivo di comunicare la scienza in modo coinvolgente, in particolare alle nuove generazioni, attraverso attività didattiche pensate per le scuole e percorsi su misura per ogni fascia d’età.

Il museo offre inoltre sezioni e iniziative specifiche per adulti e famiglie, arricchendo l’esperienza complessiva della visita.

MU-CH è pensato come uno spazio di scoperta e connessione, dove la curiosità si accende e il sapere si trasforma in gioco, stimolo e conoscenza.

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Il catalogo virtuale del MiC

La Chimica nel patrimonio culturale italiano

Il Catalogo Virtuale del MiC fa parte del Catalogo Generale del Patrimonio Culturale gestito dal Ministero della Cultura, nella sezione dedicata al Patrimonio Scientifico e Tecnologico.

Comprende oltre 1.070 schede relative alla chimica, ciascuna corredata da una descrizione dettagliata che documenta la natura, l’utilizzo, la provenienza e il contesto storico dell’oggetto.

Queste schede costituiscono una risorsa preziosa per studiosi, insegnanti, studenti e appassionati, offrendo una panoramica ampia e ben documentata del patrimonio strumentale, didattico e museale legato alla chimica in Italia.

Questo strumento è utile per:

  • Individuare reperti storici di ambito chimico conservati in musei, scuole, laboratori e archivi;
  • Esplorare la distribuzione geografica del patrimonio scientifico italiano;
  • Sostenere attività di ricerca, divulgazione e tutela dei materiali di interesse storico e scientifico.
Esplora il catalogo virtuale MiC
A cura del Prof. Luigi Campanella

Museo degli Strumenti Storici

Il MUSS – Museo degli Strumenti Storici è un’iniziativa promossa dalla Società Chimica Italiana (SCI), ideata e coordinata dal Prof. Luigi Campanella con la collaborazione di un gruppo di soci SCI.

Il progetto nasce con l’obiettivo di riscoprire, documentare e valorizzare il patrimonio strumentale della chimica italiana: strumenti scientifici storici, spesso dimenticati nei laboratori universitari, nei centri di ricerca o in contesti industriali, che costituiscono una parte fondamentale della storia scientifica del nostro Paese.

Attraverso un catalogo digitale in continuo aggiornamento, il museo virtuale raccoglie:

  • Descrizioni tecniche e storiche degli strumenti;
  • Immagini e informazioni contestuali;
  • Notizie sulla loro provenienza e sul loro utilizzo originario.

Un lavoro paziente e appassionato, che unisce rigore scientifico e memoria storica, con l’intento di conservare e rendere accessibile un prezioso tassello del patrimonio chimico italiano.

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